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Locazioni Turistiche e colazioni

Locazioni Turistiche e colazioni

Chi offre la propria casa in affitto con il modello “locazione turistica”, può offrire la colazione? È reato offrire alimenti ai propri ospiti? Approfondiamo, tra buon senso e rispetto della legge.

L'accoglienza italiana è proverbiale. Nel nostro paese in moltissimi casi chi lavora nel settore dell'ospitalità viene descritto come espansivo, spontaneo e cordiale come pochi altri. Ma nell'ambito di un'offerta ricca e variegata come non mai oggi è imperativo, per chi si occupa di turismo, differenziarsi e declinarsi in proposte diverse e sempre nuove.

Così, ad esempio, un agriturismo di charme può offrire anche guide escursionistiche, fattorie didattiche per bambini o gite in quad.

Per passione o per guadagno, il ventaglio di proposte offerte ai propri clienti è sempre in espansione. Questo è senza dubbio un vantaggio per chi si trova a passare un'ottima giornata mangiando un piatto tipico dopo una gita in mountain bike o una visita a una fattoria insieme alla famiglia. Il concetto di base è sempre lo stesso: chi più offre, più soddisfa (gli altri e se stesso).

Ci si inventa e si reinventa, ed è così che nascono nuove proposte. Non a caso, uno fra i boom del settore turistico italiano, a partire dagli scorsi anni, è proprio il food, il nostro amato cibo, la punta di diamante della nostra accoglienza.

Ed è così che sono nati anche gli home restaurant, i famosi ristoranti in casa propria nei quali la ristorazione si lega a convivialità ed amicizia, o gli chef a domicilio, cuochi professionisti o improvvisati che prestano la propria attività su prenotazione. In ultimo, la cucina diffusa, la proposta di una vera e propria pausa pranzo da condividere.

Ogni attività ha le proprie regole, ma è vero che – per alcuni purtroppo e per altri per fortuna – talune fra queste attività non sono ancora del tutto legiferate.

Ma in particolare, sul cibo, di certo non si scherza. Non solo per le giustamente rilevanti norme italiane su HACCP ed OSA, ma anche per una questione di buon senso ed attenzione, anzitutto.

Concentriamoci sulla nostra attività: la locazione turistica. Abbiamo un nostro alloggio, su un territorio prescelto, e abbiamo deciso di darlo in locazione per finalità turistiche.

Come gestirlo? È possibile ampliare il proprio ventaglio di offerte? Che servizi offrire?

Come al solito ci viene in aiuto la legge ed in questo caso prendiamo ad esempio quanto indicato sul portale ufficiale di una fra le nostre regioni italiane: "per l'apertura [di una locazione turistica] non è necessario che l'immobile abbia destinazione edilizia turistico ricettiva."

Questa prima indicazione ci fa ben capire come una attività di locazione turistica ed una attività con destinazione turistico ricettiva siano due cose ben separate l'una dall'altra. Chi si occupa della prima attività, inoltre, è definito come locatore.

Il D.Lgs. 79/2011 esplicita che: "per attività ricettiva si intende l'attività diretta alla produzione di servizi per l'ospitalità esercitata nelle strutture ricettive. Nell'ambito di tale attività rientra altresì, unitamente alla prestazione del servizio ricettivo, la somministrazione di alimenti e bevande alle persone alloggiate, ai loro ospiti ed a coloro che sono ospitati nella struttura ricettiva."

Il Decreto continua: "è fatto divieto ai soggetti che non svolgono l'attività ricettiva di utilizzare nella ragione e nella denominazione sociale, nell'insegna e in qualsiasi forma di comunicazione al pubblico, anche telematica, parole e locuzioni, anche in lingua straniera, idonee ad indurre confusione sulla legittimazione allo svolgimento della stessa."

La legge, in parole semplici, ci sta parlando chiaro: non fate impresa ricettiva laddove non potete farlo.

I bed and breakfast, ad esempio, si collocano all'interno della categoria "strutture ricettive extralberghiere" (art. 12). Di questa categoria fanno parte anche le unità abitative ammobiliate ad uso turistico: "le unità abitative ammobiliate ad uso turistico sono case o appartamenti, arredati e dotati di servizi igienici e di cucina autonomi, dati in locazione ai turisti, nel corso di una o più stagioni, con contratti aventi validità non inferiore a sette giorni e non superiore a sei mesi consecutivi senza la prestazione di alcun servizio di tipo alberghiero."

È l'articolo 53 dello stesso Decreto a chiamare in causa il nostro alloggio: "gli alloggi locati esclusivamente per finalità turistiche, in qualsiasi luogo ubicati, sono regolati dalle disposizioni del codice civile in tema di locazione." Di nuovo la legge si esprime con precisione, separando l'attività ricettiva dall'attività di locazione.

A chiarire definitivamente questo aspetto è l'A.N.B.B.A. – Associazione Nazionale Bed & Breakfast, Affittacamere, Case per vacanza, Locazioni turistiche – che illustra in modo molto definito la differenza fra locazioni turistiche e strutture ricettive extra-alberghiere: "la differenza essenziale tra le due tipologie è che quando si parla di locazioni turistiche [...] si tratta di una locazione, cioè del mero affitto dell'immobile senza l'erogazione di servizi alla persona o di tipo alberghiero. Nel secondo caso si tratta di una attività ricettiva."

Cosa è quindi consentito e cosa no? Nei contratti di locazione turistica – indica ancora l'A.N.B.B.A – oltre alla locazione, sono consentite: "la fornitura di energia elettrica, acqua, gas, connettività, condizionamento/riscaldamento, manutenzione/riparazione di eventuali guasti agli impianti o agli arredi. È consentita anche la pulizia e il riassetto dell'alloggio ma solo ad ogni cambio dell'ospite e mai in presenza dello stesso. Non sono consentite: la pulizia durante la permanenza dell'ospite, così come l'erogazione di colazioni, pranzi e cene o qualsivoglia altro servizio alla persona. Tali servizi possono configurare il reato di esercizio abusivo della professione ricettiva, con rischio di pesanti sanzioni."

Massima attenzione, quindi: la sicurezza dei nostri "locatari" è un requisito non solo fondamentale ma anche primario, per garantire loro la migliore esperienza possibile all'interno del nostro alloggio.

C'è chi si chiederà come comportarsi rispetto alle nuove proposte nascenti o già nate di pranzi condivisi, colazioni fra i sapori locali, cene fra privati o esperienze enogastronomiche non del tutto regolamentate.

Il nostro compito, come sempre, è quello di cercare di orientarci ed orientare: consigliamo buonsenso, certamente, ma anche rispetto per la propria attività e per gli ospiti che decideranno di sceglierci.