
Le arti al tempo dell'esilio
Secondo, grande appuntamento del ciclo espositivo “Dante. Gli occhi e la mente”. Quantitativamente concentrata, essenziale, precisa: la scelta curatoriale è stata quella di riunire solo testimonianze di assoluta eccezione, precisamente aderenti al tema, realmente emblematiche delle tappe dell’esilio dantesco. Proponendo ciò che il Poeta ebbe occasione di ammirare nel suo lungo peregrinare per l’Italia, opere il cui eco influenzò la sua Commedia, straordinario “poema per immagini”. Ad accogliere questo percorso espositivo d’eccezione è un luogo altrettanto significativo: la Chiesa monastica di San Romualdo, di origine camaldolese, attigua alla Biblioteca Classense, nel cuore storico di Ravenna. A dare, e non solo idealmente, il via al percorso della mostra sarà la potente effige in bronzo dorato raffigurante Bonifacio VIII, di colui cioè che condannò il Poeta all’esilio. Accanto all’effigie bolognese, sarà in mostra anche il calco del ritratto dello stesso Bonifacio realizzato da Arnolfo di Cambio, ora ai Palazzi Vaticani. L’ambiente di origine e formazione del Poeta, Firenze, è documentato in mostra da imperdibili opere di Cimabue e di Giotto, datate al periodi di permanenza fiorentina di Dante e che, con ogni probabilità egli ebbe modo di ammirare. Costretto ad abbandonare anche Roma, Dante percorre la lunga via dell’esilio che lo porterà in diverse città tra le quali Arezzo, Verona, Padova, Bologna, Lucca, Pisa e Ravenna.