Pasqua a Firenze. Lo Scoppio del Carro

Pubblicato il 13 Marzo 2013 | Feste e Sagre

Cose dè Pazzi … è il caso di dirlo!

Risale infatti a una delle più note e importanti famiglie fiorentine il tradizionale Scoppio del Carro della Domenica di Pasqua a Firenze. La famosa cerimonia fiorentina si data ai tempi della Prima Crociata indetta per liberare il Santo Sepolcro dagli Infedeli. Nel 1097, sotto il Comando di Goffredo di Buglione, i crociati si diressero in Palestina e nell'estate del 1099 posero l'assedio alla città di Gerusalemme che venne espugnata il 15 luglio.

La tradizione vuole che fu Pazzino dè Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa e per porvi l'insegna rossa e vermiglia. Pazzino dè Pazzi per il gesto compiuto fu ricompensato da Goffredo di Buglione con tre schegge del Santo Sepolcro. Al rientro a Firenze il capitano, festeggiato e ricoperto di onori dall'intera città, custodì le reliquie inizialmente a Palazzo dei Pazzi. Dopo una serie di passaggi in diverse chiese cittadine le reliquie si trovano oggi nella Chiesa di Santi Apostoli.

Da dove nasce la tradizione dello scoppio del Carro? Si tramanda che, dopo la liberazione di Gerusalemme, i crociati si riunirono nella Chiesa della Resurrezione per la vigilia di Pasqua e consegnarono ai fedeli il fuoco benedetto come simbolo di purificazione. Da quel momento ogni Sabato Santo i giovani di tutte le famiglie presero l'uso di recarsi in cattedrale per accendere una piccola torcia con la quale avrebbero acceso il focolare domestico. Il fuoco santo veniva acceso ogni anno tramite lo sfregamento delle tre schegge del Santo Sepolcro. Con il passare del tempo venne istituita l'usanza di un carro sul quale ardeva il fuoco e, alla fine del trecento, i tizzoni ardenti furono sostituiti con i fuochi d'artificio. Il Carro fu inaugurato dalla stessa Famiglia dè Pazzi e i discendenti della famiglia mantennero il privilegio e l'onore della realizzazione del carro per molti secoli.

 

Le vicende politiche e le faide fiorentine "scossero" anche il Carro. Quando i Medici al potere cacciarono dalla città i Pazzi la tradizione del Carro pasquale si estinse e si ritornò alla tradizionale distribuzione del fuoco benedetto. I fiorentini non gradirono la novità essendosi oramai abituati alla festa e al fragore del carro scoppiettante e brigarono per far rivivere la tradizione. La "riabilitazione" del carro si ebbe nel 1494, quando, a seguito della predicazione di frate Girolamo Savonarola, i Medici vennero cacciati da Firenze e l'organizzazione del carro pasquale ritornò tra le mani della Famiglia dè Pazzi. Questi ultimi si prodigarono affinché il carro venisse rinnovato e consolidato in modo da resistere meglio agli "strappazzi" annuali. Fu costruito un grande carro trionfale a tre piani che, di volta in volta restaurato, continua a godere di ottima salute e ad attrarre una gran folla di cittadini e turisti.

Come ogni tradizione che si rispetti anche al carro fiorentino sono legati i buoni o i cattivi auspici. La sorte si trae dal tragitto della colombina cioè un razzo a forma di colomba che “appicca” il fuoco sul carro. Il Carro, chiamato Brindellone dai fiorentini, la Domenica di Pasqua si muove dal piazzale di Porta Prato ed è trainato da due paia di buoi infiorati. La processione del carro si ferma tra il Battistero e il Duomo. A quel punto i buoi vengono staccati e il carro legato ad un fil di ferro che raggiunge l'altare maggiore di Santa Maria del Fiore. Nel frattempo dalla Chiesa di Santi Apostoli si avvia il corteo processione preceduto dal gonfalone di Firenze e dalla bandiera della Famiglia Pazzi. Il Drappello è composto da sacerdoti e autorità. Quando il corteo raggiunge piazza Duomo viene dato fuoco alla colombina che, sibilando, colpisce i mortaretti posti sul carro. Una volta incendiato e fatto scoppiare il carro, tra la gioia del pubblico, la colombina dovrà far ritorno senza intoppi all'Altare Maggiore altrimenti il raccolto dell'anno non sarà positivo. L'auspicio non riguarda solo il raccolto … i Fiorentini sanno che l'ultima volta che la colombina fallì nella sua missione fu nel 1966, anno della tragica alluvione della città.

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