Pasqua in Sardegna. La Settimana Santa di Iglesias

Pubblicato il 11 Marzo 2013 | Feste e Sagre

Pasqua al mare? Perché no!

L'idea per le prossime feste di Pasqua potrebbe essere quella di coniugare l'aria di uno dei mari più belli d'Italia alle tradizioni della Settimana Santa. In Sardegna si può e i riti pasquali risultano sempre molto suggestivi e da accompagnare a passeggiate in riva al mare e cene a base di piatti tipici.

Le celebrazioni della Settimana Santa in Sardegna traggono la loro origine principalmente dai riti tradizionali portati nell'isola dalla cultura spagnola e risalenti al 1600. In provincia di Carbonia Iglesias, nel Sulcis Iglesiente, le liturgie e le rappresentazioni della passione e della morte del Cristo vengono celebrati con cerimoniali di ascendenza medievale mediati dalla tradizione iberica. Un ibrido di riti che mescolano l'influenza spagnola anche alle antichissime tradizioni campidanesi, logudoresi e barbaricine così come a elementi di origine precristiana e al mito fenicio di Adone.

Tra le feste più mistiche e partecipate di tutta l'isola c'è la Settimana Santa di Iglesias che ha inizio con la Processione dei Misteri del Martedì Santo. Giovani fedeli chiamati “baballottis”, vestiti dei tradizionali abiti penitenziali, trasportano a spalla i Sette Simulacri raffiguranti episodi della Passione di Cristo. Il primo di essi rappresenta Gesù che prega nell’orto degli ulivi e la tradizione spagnola vuole che la portantina sia ornata da ramoscelli d’ulivo benedetti, che vengono poi distribuiti il giorno successivo ai numerosi fedeli che affollano la Chiesa di S. Michele per la messa in commemorazione dei Germani (dallo spagnolo Hermanos, fratello) defunti. Subito dopo il tramonto del giovedì, Iglesias si riempie di Baballottis che accompagnano il simulacro della Madonna Addolorata nelle sette chiese dove è allestito il Sepolcro, al suono dei tamburi e delle matraccas (strumento musicale tradizionale costituito da una tavola di legno su cui sono fissati dei chiodi e incernierati degli anelli in ferro con funzione di batacchi), dove viene poi celebrata la rievocazione dell’Ultima cena, con la tradizionale lavanda dei piedi agli apostoli e l’esposizione dei vasi di “su nenniri” con i germogli di grano fatti crescere al buio.

Il Venerdì sera si svolge la solenne processione che rievoca il funerale di Gesù Cristo, caratterizzata da una gran quantità di attori e simulacri religiosi tra i quali una scultura del Cristo morto a grandezza naturale, risalente al XVII secolo, donne che indossano tuniche nere e i Germani della Confraternita del Santo Monte, organizzatori dell’evento, con indosso una lunga tunica bianca e voluminosi cappucci. Sabato, la Chiesa di San Michele resta aperta fino a tardi per consentire ai fedeli l’adorazione del Cristo morto. La domenica mattina le campane suonano a festa e l’immagine del Cristo Risorto fa il suo trionfale ingresso nella cattedrale. In realtà le processioni che si svolgono in città sono due: una che accompagna Cristo Risorto, l’altra che segue la Madonna: la tradizione vuole che, dopo aver percorso itinerari diversi, avvenga Su Incontru, il commovente momento dell’incontro tra i due cortei che proseguono insieme verso la cattedrale dove il Vescovo attende per la benedizione solenne. In questa circostanza, i fedeli offrono ai Confratelli – infilandoli nelle stanghe delle portantine delle statue – il “coccoi de Pasca”, un pane tipico della tradizione gastronomica locale.

La sera del martedì successivo a Pasqua, dopo la Messa Capitolare in cattedrale, avviene la processione di “S’Inserru”, processione unica che separa nuovamente i simulacri di Gesù Risorto e della Madonna, accompagnati rispettivamente nella chiesa di San Francesco e nella chiesa di San Giuseppe. La Messa del Voto, istituita nel 1735, pone fine ai suggestivi riti della Settimana Santa di Iglesias. Per chi volesse prolungare la Pasqua a Iglesias si ricorda, quindici giorni dopo la Domenica di Pasqua, la festa in onore del Patrono cittadino: Sant'Antioco. Le origini della festa risalirebbero al 1615, anno nel quale furono rinvenute le spoglie del santo. Le festa è tra le più conosciute e partecipate di tutta la regione con migliaia di visitatori e turisti che ogni anno si riversano in città per vivere l'atmosfera, densa di devozione e folclore, della festa. Per tre giorni, al suono delle launeddas, tipico strumento musicale a canne, e traccas si esibiscono gruppi folcloristici in abiti tipici. Tra le vie e sulle piazze cittadine si possono ammirare cavalieri, carri trainati da buoi, processioni, spettacoli musicali, fuochi d'artificio e molto altro.

Dove dormire a Iglesias

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