Procida
E’ l’isola più densamente popolata d’Europa con 11.000 abitanti distribuiti su un territorio di 4 km quadrati. E’ la più piccola dell'arcipelago che comprende anche Capri e Ischia e pare che Procida derivi il suo nome da una nutrice di Enea che qui la fece seppellire.
Le prime testimonianze dell’isola risalgono all’VIII secolo a.C quando i coloni calcidesi provenienti dall’isola di Eubea vi si stabilirono. Successivamente fu la volta dei Greci che lasciarono le loro tracce resti di sepolture a tetto spiovente e in alcuni toponimi come Callia e Corricella, due piccoli nuclei urbani di rara bellezza architettonica. L’isola fu toccata anche dai Romani, mentre, durante l’Alto Medioevo, fu teatro di numerose battaglie e di saccheggi da parte dei pirati saraceni. Anche Barbarossa con i soldati musulmani fu protagonista di una delle battaglie combattute al largo dell’isola.
Moltissime delle torri di guardia che circondano Procida nacquero in questo periodo, quando gli abitanti lasciarono la costa per stabilirsi in luoghi più impervi da dove potevano difendersi meglio dalle incursioni piratesche.
La popolazione si trasferì sul promontorio di Terra Murata che si trova a 91 metri sul livello del mare e costituisce il punto più difendibile dell’isola.
L’economia, spostandosi lontano coste, si trasformò da marittima a rurale. Terra Murara è raggiungibile solo attraverso una erta salita. Il centro è accessibile attraverso Porta di Ferro e Porta di Mezz’Omo. L’abitato è molto caratteristico: un groviglio di viottoli, scalinate e case addossate le une alle altre. Dalla sommità di Terra Murata si può ammirare Marina di Corricella, un piccolo presepe che si specchia in mare. Il porticciolo secentesco di Corricella è caratterizzato da una forma urbanistica composta di case le une accanto alle altre, di archi, scale, finestre e gradinate. Tra le architetture spicca il Casale Vascello tra le costruzioni procidane più singolari. Immergersi nella vita del porticciolo è senz’altro una delle esperienze più affascinanti da sperimentare sull’isola tra pescatori che filano le reti e il profumo inebriante del mare.
Oltre alle suggestioni urbane Procida offre ai viaggiatori un mare limpido, alte scogliere e una ricca vegetazione. L’isola è di origine vulcanica e, nei golfi, si possono ancora riconoscere le tracce di antichi crateri. La vicinanza di Procida, così come di Ischia, ai Campi Fregrei fa ipotizzare che la sua età geologica coincida proprio con l’origine delle Terre del Fuoco. Il suolo è costituito da tufo giallo o grigio e da lave di natura basaltica. Le manifestazione eruttive hanno fatto nascere la leggenda del Gigante Miramante che dorme sotto l’isola.
Il litorale è caratterizzatao da coste alte a falesia, non mancano tuttavia anche delle piccole calette in corrispondenza di Punta Monaci, Punta Pizzaco, Punta della Lingua e Punta Socciaro. Guardando in direzione di Ischia si scorge l’isolotto disabitato di Vivara ricoperto di una folta macchia mediterranea. Un tempo l’isolotto di Vivara era collegato a Procida da una falesia poi erosa dal mare. Il nome Vivara deriva dal latino Vivarium “vivaio”. Dal 1974 Vivara è un’oasi di protezione e rifugio per la fauna stanziale e migratoria. E’ uno dei pochi habitat del Golfo di Napoli ancora intatti. Nel 2001 Vivara è entrata nel Guinness Book dei Primati grazie al ponte tibetano (attualmente pericolante) più lungo al mondo costruito tra il promontorio di Santa Margherita e il piccolo isolotto. Il ponte è lungo 362 metri ed è stato realizzato in una settimana. Vivara è ciò che resta di un cratere circolare. L’isolotto ha una forma di mezzaluna e una superficie veramente piccola di soli 0,38 km quadrati.
A Procida l’unico porto commerciale dell’isola è quello di Marina Grande. Tra le architetture più importanti del borgo marinaro si segnala Palazzo Montefusco risalente al XII secolo. In passato fu residenza estiva di re, successivamente fu trasformato in convento e oggi è abitato dai procidani. Le case sono dipinte con caratteristici colori pastello e si aprono a ventaglio sul golfo. La marina più turistica è quella di Chiaiolella. La lunga spiaggia di Ciraccio, gli stabilimenti balneari, i ristoranti, le gelaterie, gli hotel, i parchi gioco fanno di Chiaiolella una meta molto gettonata durante il periodo estivo.
L’economia dell’isola si basa sui prodotti della terra e sulle tradizioni marinare. Degno di nota, per l’ampio uso in cucina, è il limone procidano. Un agrume un po’ più grande rispetto alla media e utilizzato per preparare le lingue di suocera (dolcetti di sfoglia con crema al limone) che si possono gustare in tutte le pasticcerie dell’isola, le granite al limone, il limoncello, la crema al limone con il latte. Tra le specialità dell’isola anche un ottimo vino: l’Aglianico prodotto da uve di prima qualità e che si sposa bene con tutti i piatti della tradizione isolana.
La pesca è naturalmente una risorsa indispensabile per Procida e incrementa anche una buona fetta di turismo gastronomico. I pescatori procidani sono dei veri uomini di mare. Le imbarcazioni maggiormente utilizzate sono le paranze (per qualsiasi tipo di pescato) e le Zaccalee (per la pesca specifica del pesce azzurro). Visite guidate, escursioni in barca, immersioni e iniziative culturali completano l’offerta turistica di questo piccolo gioiello del Mar Tirreno.