Carnevali in Italia: il Maiorchino di Novara di Sicilia

Pubblicato il 17 Febbraio 2014 | Feste e Sagre

Di Carnevali strani in Italia ce ne sono tanti: tra i più curiosi, tra frittelle, chiacchere e dolcetti carnascialeschi, abbiamo scelto una tradizione carnevalesca dove protagonista è un formaggio.

A Novara di Sicilia, incantevole paesino inserito tra i Borghi più belli d'Italia, fino al 4 marzo si svolge la Sagra del Maiorchino, un formaggio pecorino che si produce in queste zona da febbraio a giugno. Cosa succede nella Sagra del Maiorchino di Novara di Sicilia? Le forme di formaggio stagionate sono protagoniste di un gioco che consiste nel lanciare con uno spago il formaggio facendolo rotolare lungo un percorso che si snoda per due chilometri tra viottoli acciottolati e affascinanti viuzze. Il formaggio viene avvolto in uno spago (lazzada) lungo un metro; le squadre partecipanti sono 16 e sono composte da 3 persone ciascuna che, a lanci di maiorchino, cercheranno di guadagnarsi l'ambito traguardo.

Tutti i sabati fino al 4 marzo (Martedì Grasso) la popolazione si riunisce lungo le strade per assistere al gioco che ha regole molto rigide e che si conclude, è inutile dirlo, con delle grande mangiata a base di ricotta, pecorino, maccheronata al sugo di salsiccia e vini locali.

Le sedici squadre partono alle 15.30 da Via del Duomo e arrivano in Via Bellini seguendo le proprie forme di formaggio che per l'occasione sono piccoline ma che possono arrivare a pesare fino a 18 chili. La sagra termina il Martedì di Carnevale quando a Novara di Sicilia arrivano migliaia di visitatori attratti sia dalla originale tradizione carnevalesca che dal fascino del paese.

Novara di Sicilia è un borgo adagiato in una vallata di confine tra i Monti Nebrodi e i Peloritani. L'impianto urbanistico è medievale, una trama di vicoli sormontati da archi all'interno dei quali si ergono sontuose chiese ed eleganti palazzi aristocratici. La città è nota per il taglio e la lavorazione della pietra di maestri scalpellini che, non solo diedero vita ad una delle più riverite maestranze apprezzata in tutta la Sicilia, al Nord Italia e perfino all'estero, ma contribuirono soprattutto, a dare un notevole impulso allo sviluppo artistico del paese, sì da farlo distinguere principalmente come il Paese di Pietra. Inoltre Novara di Sicilia è l'unica cittadina isolana dove si parla un antico dialetto gallo-italico. Sì proprio così: gli abitanti di Novara di Sicilia discendono dai coloni e dai soldati di origine settentrionale e della Francia Meridionale che scesero in Sicilia all'epoca della riconquista Normanna dell'Isola.

Per quanto riguarda invece il Maiorchino (presidio Slow Food) pare che esso abbia fatto la sua comparsa intorno al Seicento. Si produce, come anticipato, da febbraio fino alle seconda decade di giugno in piccolissime quantità, lavorando latte crudo di pecora (con un’aggiunta del 30% circa di latte di capra) e unendo caglio in pasta di capretto o agnello. Gli animali sono allevati sui pascoli ricchi di essenze foraggere spontanee dei monti Peloritani. Le attrezzature sono tradizionali: caldaia di rame stagnato (quarara), bastone di legno (brocca), fascera di legno (garbua), tavoliere di legno (mastrello), asta di legno o ferro (minacino). Dopo la rottura della cagliata in grani minuti e la cottura nella quarara, si colloca la pasta nelle fascere. Inizia a questo punto l’affascinante fase della foratura (o bucatura), per favorire la fuoriuscita del siero dalla pasta. Con un ago di ferro (il minacino) si forano le bolle d’aria che via via si formano nella pasta, pressando poi delicatamente con le mani la superficie del pecorino. Un’operazione lenta e paziente che può durare anche due ore e che viene ripetuta, se necessario, dopo una seconda cottura. Si sala a secco per 20, 30 giorni e infine si fa stagionare (fino a 24 mesi) in locali di pietra interrati, freschi e umidi, dotati di scaffali in legno.

Dove dormire a Novara di Sicilia

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