Le città italiane sono da sempre protagoniste di film ma anche di importanti romanzi in cui gli scrittori non solo le descrivono minuziosamente ma le rendono anche protagoniste di incredibili storie ed avventure.
D’altronde se nella letteratura tradizionale queste descrizioni occupano a volte spazi limitati nella letteratura di viaggio ci sono pagine e pagine dedicate alla narrazione di altri paesi e continenti o anche di piccole città che grazie a questi racconti arrivano fino a noi.
Sono però le storie dei personaggi a dare ancora più rilievo ai luoghi ed è grazie a liaison amorose e intrecci di vario genere che i luoghi seppur presentati in modo circoscritto emergono nella loro bellezza ma anche bruttezza e/o brutalità.
Altra autrice. Altro romanzo. Altra città. Stavolta facciamo rotta verso Bagheria, a Palermo con il romanzo che ne porta il nome “Bagheria” scritto da Dacia Maraini che a differenza del precedente è pura autobiografia. Quella che vive la Maraini sono luoghi carichi di ricordi e memoria, memoria di un tempo che fu e che lei rivive e fa rivivere a noi attraverso il suo romanzo. La dura realtà siciliana di una piccola cittadina di provincia sembra sopportabile solo grazie al paesaggio dalla natura bellissimo e intatto dal potere consolatorio.
Nell’elenco non può mancare anche Canne al vento di Grazia Deledda. Non si contano i successi e i capolavori di questa scrittrice sarda innamorata della sua terra ma Canne al vento è quello che meglio riesce a tratteggiare la Sardegna con le sue bellezze, il suo animo selvaggio ma anche le sue contraddizioni, i suoi contrasti che come canne che “piegano” sogni ed inclinazioni e devono cedere al volere del vento. La Sardegna di Deledda le valse il Premio Nobel, mica poco!