Via Ioppolo, 46 - RAGUSA (RG)
Se vi state interrogando sul significato di Sabbinirica, questo termine rappresenta il saluto più importante della lingua siciliana, il più rispettoso e reverenziale.

Da richiesta formale di benedizione (Sa binirica, per contrazione di Vossia, Vossignoria in Sa) a saluto solenne di benvenuto e di commiato.

Tutto parte dal senso di rispetto familiare e sociale; si riteneva, infatti, che le persone anziane o di più alto livello sociale avessero facoltà di richiamare sul benedetto la protezione divina. In Sicilia tutti potevano benedire ma anche essere benedetti.

Sabbinirica!
LA STRUTTURA
Nell’ex quartiere sangiovannaro, alle spalle della Piazza degli Archi e della Torre dell’Orologio, proprio dove Filippo Garofalo individuava la coda del famoso “pesce” di cui Ibla ricorda la forma, nel complesso barocco più importante della città, nasce Sabbinirica, ospitalità sicula.

L’antico edificio del XVIII secolo, i cui basamenti molto probabilmente sono antecedenti al terremoto, comprende sei comode ed affascinanti camere, disposte su tre diversi livelli, ed una casa vacanze indipendente.

Vari, poi, gli spazi comuni a disposizione degli ospiti, per leggere e rilassarsi.

Meraviglioso il panorama che si gode dai balconi che si affacciano sulla Vallata Santa Domenica.

Di prossima apertura, anche una bottega di artigianato locale e di specialità eno-gastronomiche e un bar-caffetteria, dove fare una pausa ristoratrice, gustando ciò che di più buono offre il nostro territorio.

Il palazzo è stato pazientemente e sapientemente ristrutturato, rispettando i materiali del posto (soprattutto la pietra calcarea ragusana e la pietra pece) e l’architettura originale (gli archi, le volte, le crociere, le strette scalette).

La cura e la dedizione dei lavori svolti, lo hanno reso un luogo magico in cui soggiornare e trascorrere qualche giorno di pura serenità, in un ambiente suggestivo ma familiare, punto di partenza ideale del tour del Val di Noto.

“Il barocco è materia non interamente liberata eppure nei suoi spazi si ha la sensazione di una libertà pienamente raggiunta, tanta è l’arte meravigliosa di accogliere, di ospitare, in quel non terminato che racchiude e invita al riposo. Io soffro, dice l’architettura barocca, ma tu nei miei atrii e sotto le mie cupole sarai un ospite beato”, Guido Ceronetti.
*Dichiarate dal Gestore