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Perdersi e ritrovarsi nei Labirinti d'Italia

Perdersi e ritrovarsi nei Labirinti d'Italia

Simbolo polisemico, metafora della vita, archetipo e specchio delle paure, affascinante sirena di percorsi dell'ignoto, sfida all'intelletto umano, intricato disegno del destino: il labirinto ha avuto e ha ancora un ruolo in tutte le epoche e nelle diverse culture, religioni, miti, letterature.

Il più noto è il Labirinto del Re Minosse a Cnosso, non a caso è diventato d'uso comune dire “perdersi in un dedalo di vicoli” dal nome di Dedalo architetto cretese che aveva costruito il labirinto destinato a nascondere il Minotauro, metà uomo metà toro, al quale ogni nove anni venivano consegnate sette fanciulle e sette giovanotti greci. A sconfiggere il mostro fu l'eroe Teseo, grazie a un'idea della figlia del re Minosse Arianna, di lui perdutamente innamorata. Arianna donò a Teseo un gomitolo di lana, il cui filo egli tese tra le siepi del percorso per ritrovare la strada una volta entrato e dopo aver ucciso il Minotauro.

I labirinti si diffusero in Europa nel corso del Medioevo come protagonisti di giardini di palazzi e regge. Il più antico è quello di Hampton Court in Inghilterra, quello della Reggia di Versailles fu fatto radere al suolo dalla Regina Maria Antonietta.

Tra le più affascinanti scene del recente Tale of Tales, film capolavoro di Matteo Garrone, c'è quella ambientata all'interno del Labirinto del Castello di Donnafugata. La regina insegue all'interno di un labirinto di pietra il figliolo Elias che si trova in compagnia del fratello gemello, per rimanere alla fine della scena da sola, al centro dell'intricato percorso, vittima delle proprie ossessioni e paure e della propria solitudine di regina-madre.

Il labirinto del Parco/Castello di Donnafugata fa parte di un meraviglioso giardino all'italiana cornice della più famosa residenza di campagna degli Iblei in provincia di Ragusa. Il Castello di Donnafugata, nell'attuale forma, è una sontuosa dimora nobiliare della fine dell'Ottocento voluta dal Barone Corrado Arezzo de Spuches. L'imponente edificio si compone di tre piani e di 120 stanze all'interno delle quali si può ammirare l'amore per le arti del Barone Arezzo, eclettico uomo di studi, politico e grande viaggiatore che vuole riportare nella propria residenza estiva, nel cuore degli Iblei, i fasti e gli stili ammirati nelle più importanti regge e nei palazzi dell'aristocrazia europea. Il Labirinto di pietra del Castello di Donnafugata si può considerare una vera e propria eccezione poiché la maggior parte dei labirinti presenti sul territorio italiano sono invece labirinti verdi costituiti da recinzioni di siepi.

Cantato da Gabriele d'Annunzio nel Il Fuoco c'è il Labirinto di Villa Pisani a Stra (VE) costruita a partire dal 1721 per la nobile famiglia dei Pisani di Santo Stefano. Il Labirinto di Villa Pisani è noto per le siepi di bosso. Qui avvenivano i giochi tra dame e cavalieri: la dama si poneva sulla torretta centrale con il volto mascherato e il cavaliere doveva raggiungerla; una volta arrivato lei svelava la sua identità. Per i cavalieri era sempre una sorpresa che esprimeva il desiderio inconscio di perdersi e ritrovarsi. Dopo aver ospitato i Pisani di santo Stefano la Villa vede avvicendarsi diversi proprietari e residenti di prestigio. La sontuosa residenza fu venduta a Napoleone Bonaparte, diventato Re d'Italia nel 1805, nel 1807. Nel 1814 le sorti dell'Europa, decise a Waterloo, portarono a Villa Pisani la famiglia imperiale asburgica, divenuta signora del regno Lombardo-Veneto. La dimora divenne così luogo di villeggiatura prediletto dall'imperatrice d'Austria Marianna Carolina e ospitò l'intero gotha dell'aristocrazia europea, dal re di Spagna Carlo IV (1815) allo zar di Russia Alessandro I (1822), dal re di Napoli Ferdinando II (1837) al re di Grecia Ottone (1837) e molti altri. Dalla metà dell'Ottocento è stata meta di personaggi quali Wagner, d'Annunzio, Mussolini, Hitler, Pasolini.

Il Castello di San Pelagio in provincia di Padova è stato per 400 anni la dimora dei Conti Zaborra strutturata a partire dalla torre trecentesca dei Carraresi. L'aspetto attuale risale alla fine del '700 e rivela la vocazione agricola tipica delle migliaia di ville venete presenti nel territorio. Il labirinto del Castello di San Pelagio fa parte del Museo dedicato al Volo: un percorso cronologico che racconta la storia del volo dalla mitologia (Dedalo e Icaro), al volo degli uccelli, da Leonardo da Vinci alle conquiste spaziali. In realtà ci sono due labirinti nel castello: il primo è il labirinto del Minotauro che in sé racchiude la tradizione della villa veneta ovvero la presenza di un labirinto di siepi. In contemporanea in questo labirinto si rappresenta il tema del volo attraverso il mito di Icaro che tenta di scappare dal labirinto di Cnosso, costruito dal padre, con ali posticce di piume e cera. Questo primo labirinto ha una estensione di 1.200 mq ed è composto da più di 1000 piante di leyland alte quasi tre metri. Il secondo labirinto del “Forse che sì, forse che no” è più piccolo e più recente. È stato dedicato a Gabriele D'Annunzio, è composto da un unico percorso che conduce ad un centro disseminato di specchi. Il nome di questo secondo labirinto è un misterioso motto che Francesco Gonzaga, Duca di Mantova, aveva fatto iscrivere in un labirinto raffigurato sul soffitto del suo palazzo. Il motto proverrebbe da una “frottolo amorosa” composizione polifonica vocale di origine popolare.

Il Castello di Masino a Caravino per dieci secoli fu la residenza dei conti di Valperga di Masino. Fino al Rinascimento venne difeso da mura e torri di guardia che furono abbattute per far posto a romantici giardini. Il Castello di Masino è uno dei gioielli italiani gestiti dal FAI ed è circondato da un gigantesco e lussureggiante parco all'interno del quale si trova il secondo labirinto botanico per estensionedel Paese: un percorso intricato e affascinante realizzato con siepi ricostruito grazie al ritrovamento, negli archivi, di un disegno settecentesco.

Nato dall'ampliamento di una tenuta vinicola, il Labirinto vinicolo di Kranzelhof è decisamente unico. Un vero manifesto dell’ecologia tra fioriture tradizionali e passioni per il green. Si trova a Cernes, cittadina di 1200 abitanti a 6 Km da Merano (BZ).

A Cremona il Parco della Preistoria racchiude un labirinto verde costruito con siepi imponenti e fitte. Il Parco ricopre oltre 100 ettari di terreno sulla sponda sinistra dell'Adda e al suo interno viene proposta una storia dell'evoluzione dagli animali preistorici all'uomo primitivo. In questo percorso tematico si innestano spazi dedicati alla botanica e animali in semilibertà.

“Un labirinto come un giardino dove la gente possa smarrirsi senza pericolo” è un pensiero di Franco Maria Ricci editore, proprietario di uno dei labirinti più belli al mondo quello di bambù che si trova a Fontanellato (Parma). Progettato dallo stesso Franco Maria Ricci con gli architetti Piercarlo Bontempi e Davide Dutto, il Labirinto della Masone, questo è il nome, ospita spazi culturali per più di 5.000 metri quadrati, destinati alla collezione d’arte di Franco Maria Ricci (circa 500 opere dal Cinquecento al Novecento) e una biblioteca dedicata ai più illustri esempi di tipografia e grafica. Completanol'imponente collezione storica tutti i libri curati da Franco Maria Ricci in cinquant’anni di attività. Il Labirinto della Masone, a pianta stellare, copre 7 ettari di terreno ed è realizzato interamente con piante di bambù di specie diverse. Al centro del Labirinto della Masone si trova una piazza di duemila metri quadrati contornata da porticati e ampi saloni predisposta per ospitare concerti, feste, esposizioni e altre manifestazioni culturali. Prospiciente la piazza, una cappella a forma piramidale simboleggia il labirinto come simbolo di fede. “Ho discusso di labirinti tutta la vita, con Italo Calvino, con Roland Barthes, con Jorge Luis Borges. Lui ne era ossessionato, li citava continuamente nei suoi racconti, come nel Tema del traditore e dell’eroe, dal quale Bernardo Bertolucci trasse il suo La strategia del ragno. Borges rimase ospite a casa mia venti giorni, negli anni Ottanta, e fu allora che iniziai a pensare di costruire un labirinto vero“. Il più grande del mondo.

Pubblicato il 4 Giugno 2015
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